mercoledì 11 gennaio 2012

PROGETTO SDIAF “BIBLIOTECHE DIGITALI”



Schema di lavoro
Obiettivi di massima legati all'idea di Open Access
Motivare le scelte che stiamo facendo
Descrivere il progetto MLOL e le sue finalità
Creare collezioni e fare ricerca continua sulle risorse e i software più aggiornati
Monitorare i risultati e valutare costantemente le aree di criticità

ANALISI CRITICITA' STRATEGIE
Mancata conoscenza aspettative utenti Sondaggio SurveyMonkeys – Individuare primo nucleo utenti
Diffidenza verso il nuovo Creare servizio di reference dedicato
Difficoltà nel procurarsi i readers Creare una rete di partnership e sponsor
Formazione inadeguata del personale Fare corsi a cascata sulle risorse digitali
Percezione della risorsa come possesso della biblioteca Promuovere il concetto di condivisione
Possibile perdita di significato della biblioteca Creare collezioni che valorizzino la biblioteca in qualità di mediatore
Senso di isolamento nell'uso delle risorse digitali Creare piazze virtuali di incontro e discussione
Difficoltà nel raggiungere gli utenti Organizzare incontri periodici a tema in presenza

I MOTIVI DELLA SCELTA

MOTIVAZIONI LEGATE ALL' OPEN ACCESS
La Rete si è fin dagli inizi proposta, in generale, quale strumento di condivisione di contenuti. Questo aspetto, nel tempo, è divenuto sempre più importante, entrando nella vita di ognuno e cambiando a poco a poco il modo di pensare e percepire le risorse, indirizzate sempre meno verso il concetto di possesso, a vantaggio dell'idea della condivisione e della massima diffusione.
Rendere disponibili i contenuti, favorire la diffusione degli strumenti (software), raggiungere quante più persone possibile in un sogno realizzabile di massima democraticità del web: questa è diventata la mission di un gruppo di addetti ai lavori che ha sviluppato un'idea in seguito definita Open Access.

Nata in ambito accademico per facilitare la condivisione delle ricerche e dei materiali di studio, in seguito l’idea di Open Access è diventata il principale oppositore al monopolio delle lobbies dell'informazione.
In nome della libertà di accesso alla cultura in ogni sua espressione, il movimento si è dotato di risorse open, con caratteristiche proprie e licenze particolari (p.es. Creative Common) delle quali tutti potessero usufruire, o addirittura farsene autori, come nel caso di Wikipedia.

Il mondo dell'informazione e della cultura ha cambiato a poco a poco la propria identità.
Il giornalismo, p. es., è divenuto sempre più creato “dal basso” da cittadini (citizen journalism) che documentano con cellulari e videocamere gli eventi che accadono ancor prima che il giornalista si rechi sul posto, autori emergenti pubblicano direttamente le proprie opere in siti specializzati che offrono spazi liberi, chiunque può pubblicare notizie, foto, video personali o di gruppo.

Tutti possono creare blog, aprire discussioni, esprimere opinioni, comunicare in tempo reale, diventare protagonisti in un social network: è il tempo del web 2.0.
Il web diventa la piazza virtuale dove quasi tutto è possibile e le informazioni sono disponibili, pressoché infinite: il vero problema, per i professionisti dell’informazione, non è più reperire risorse, ma filtrarle, controllare le fonti, selezionare.
Si pone il problema del copyright: l'editoria perde terreno sul doppio fronte della pirateria e delle risorse open, le case discografiche chiudono.
La tecnologia digitale spiazza le tipografie, cd e dvd vengono sostituiti rapidamente da file virtuali, il libro cartaceo si trasforma nell'e-book che non pesa, non ingombra, si può scambiare o condividere con un click.

Negli ambienti culturali si comincia a parlare di conservazione digitale di materiali a rischio deterioramento o che comunque creano difficoltà di spazi e gestione, gli Stati indirizzano enti e istituzioni verso politiche sempre più volte alla digitalizzazione, (con problematiche di natura tecnologica di non facile soluzione):

Le biblioteche, che da sempre hanno come missione la massima diffusione della cultura in ogni sua forma, trovano nel mondo digitale la naturale espressione dei propri valori e nell'idea di Open Access la loro più elevata esaltazione.
Molti editori, dovendo scegliere tra abbandonare il campo o stare comunque all'interno del mercato digitale, scelgono quest'ultima possibilità, aggregandosi tra loro e proponendo, a fianco dell'offerta cartacea tradizionale, la vendita di e-book a prezzi ridotti e, per le biblioteche, a particolari condizioni.
La information literacy, di cui già le biblioteche sono da tempo soggetto attivo, adesso comprende anche l'educazione all'uso dei devices necessari a fruire delle risorse digitali.
Creare un servizio di reference dedicato a orientare il pubblico tra le molteplici offerte del mercato di readers, iPad, Pc e cellulari diviene un altro compito irrinunciabile per la diffusione delle risorse digitali, parte di un più ampio progetto di educazione sociale alle nuove tecnologie.

LE BIBLIOTECHE DIGITALI SDIAF
Le biblioteche SDIAF aderiscono con convinzione al progetto di prestito delle risorse digitali, che saranno disponibili dai primi mesi del 2012.
Per quanto riguarda le risorse coperte da copyright, SDIAF ha preso accordi con MediaLibrary e nei prossimi mesi sarà possibile iniziare il prestito dei primi ebook scelti da un'apposita commissione di bibliotecari.
MLOL, dal canto suo, sta predisponendo il supporto tecnico necessario, specialmente per quanto riguarda le problematiche legate ai formati e il collegamento con gli OPAC.

Parallelamente ai prodotti commerciali, le biblioteche intendono porre soprattutto l'accento e valorizzare le risorse open che si trovano liberamente in rete.
Optare ed enfatizzare contenuti privi di DRM (Digital Right Management) è infatti una precisa scelta in direzione dei valori di cui ci sentiamo portatori, anche se garantire l'accesso ad ogni genere di documento conduce inevitabilmente a cercare accordi di tipo commerciale.
Attingendo a tutte le fonti che offrono contenuti liberi, saranno create collezioni open di rete, delle quali i curatori saranno garanti per la qualità.

Riteniamo quindi che sia il momento opportuno per cominciare a proporre, a fianco delle attività tradizionali delle biblioteche, il prestito delle risorse digitali: ebook, file audio, audiolibri, film, documentari.
Abbiamo predisposto un piano di lavoro che preveda:
  • un focus group di utenti sul quale inizialmente sarà centrato il nostro lavoro
  • una serie di interventi di reference mirati
  • una diversa organizzazione del lavoro che sposti l'idea di possesso su quella di condivisione
  • la creazione di una o più reti con le quali condividere i contenuti (archivi e musei, poli)
  • la creazione di collezioni open
  • la ricerca continua di contenuti e strumenti sempre più aggiornati
  • una formazione adeguata del personale, proponendo corsi a cascata
  • la valutazione periodica del lavoro svolto e la sua correzione
  • l'individuazione di aree di criticità, per poter svolgere interventi mirati, ma soprattutto flessibili.

Il progetto, centrato sui bisogni degli utenti, prevede un'indagine volta a conoscere aspettative, richieste, opinioni sugli e-book e in generale sulle risorse digitali, tra cui un’opinione sulle 2800 testate offerte da MLOL e i servizi connessi (traduzione simultanea, versione audio ecc.) e la musica.
Useremo a tal fine una risorsa open, SurveyMonkey, strutturando un questionario mirato teso a conoscere le aspettative degli utenti.
Sarebbe opportuno creare una commissione permanente che segua questo percorso, specialmente l’elaborazione dei risultati del questionario e l’adeguamento dell’offerta.
Proporremo a SDIAF un Comitato Tecnico, per condividere il progetto con i colleghi delle altre biblioteche, integrarlo con i loro contributi e far sì che il questionario raggiunga il maggior numero di persone.
Analizzaremo i risultati e sulla base di quanto emerso individueremo un primo gruppo di utenti interessati alla partecipazione.
  • sarà programmata con questo gruppo una serie di incontri di presentazione, svolgimento, verifica in cui spiegheremo le motivazioni della nostra scelta, con dimostrazioni pratiche dei vantaggi (p. es. gli audiolibri o la possibilità di ingrandimento dei caratteri, a favore degli ipovedenti). La comunicazione e lo scambio delle esperienze fatte sarà il feedback indispensabile per procedere nel lavoro. Inoltre, dal gruppo in presenza potrà prendere avvio lo spazio virtuale (blog o altro) in cui ci ritroveremo e proseguiremo le nostre discussioni, nell'intento di coinvolgere un numero sempre maggiore di persone.
  • Per favorire il massimo interesse verso le risorse digitali, che superi la diffidenza legata alla mancata conoscenza dei devices, sarà creato un servizio di reference dedicato (con cadenza da definire) di orientamento e guida alla scelta di readers, tablet e altro, che tenga conto dell'uso a cui sono destinati. Tali occasioni permetteranno di conoscere e provare vari tipi di devices sperimentandone le diverse caratteristiche e potenzialità, nonché diventare punto di informazione e aggiornamento continuo sui nuovi prodotti lanciati sul mercato.
  • Condividere risorse digitali significa per le biblioteche cercare sempre di più nuovi soggetti sociali attraverso i quali promuovere le proprie attività. Collaborando con realtà associative ed economiche presenti sul territorio, la biblioteca può stabilire partnership e incontrare sponsor interessati a fornire devices per il prestito.
  • L'organizzazione del lavoro in biblioteca, alla luce del cambiamento che seguirà l'introduzione delle risorse digitali, non potrà restare invariata. Si rendono necessarie nuove competenze, aggiornamenti continui, ma soprattutto un diverso modo di percepire la biblioteca e quanto finora definito come “posseduto”, anche se il cartaceo rimarrà ancora a lungo nei nostri scaffali. Si dovrà cominciare a pensare in termini di contenuti condivisi e non posseduti, in una prospettiva di continuo interscambio con reti di biblioteche, archivi, musei e altre istituzioni culturali. A questo proposito, saranno organizzati corsi di formazione e aggiornamento a cascata per tutto il personale.
  • Le biblioteche, in questa continua ricerca di risorse, di selezione e valutazione attenta dei contenuti acquisiti, aggiungono valore al loro ruolo tradizionale, diversificando la propria offerta, creando collezioni ragionate oppure on demand, che le caratterizzano e contribuiscono a definirne le identità.
  • Il bibliotecario, in un percorso che ne rimette in discussione l’identità professionale, diventa mediatore tra le richieste dell'utente e la varietà pressoché infinita delle risorse in rete, fa scelte di qualità e le inserisce nella propria offerta.
  • Il bibliotecario userà strumenti di valutazione del proprio lavoro, monitorando periodicamente i risultati per conoscere ed analizzare le aree di criticità, elaborare statistiche e migliorare il servizio attraverso il confronto e lo scambio con i colleghi di altre biblioteche, nell'intento di individuare strategie di intervento flessibili e adeguate ad una realtà in continua evoluzione.

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